Il Dirigente Scolastico ai genitori
Importante comunicazione del Dirigente Scolastico ai genitori degli studenti.
Ai genitori delle studentesse e degli studenti dell’IIS “Chino Chini”
Alle studentesse e agli studenti
Cari genitori, cari studenti del “Chino Chini”,
Vi scrivo a proposito della manifestazione indetta dagli studenti per domani 13 maggio per protestare contro le prove nazionali Invalsi, e quindi, poiché lo svolgimento di tali prove per tutte le classi seconde è previsto proprio per domani, a boicottarle invalidandone i risultati nel caso che un numero sufficiente di studenti partecipi alla manifestazione stessa.
Se ciò dovesse avvenire, la nostra scuola per l’anno prossimo si troverà a dover fare a meno di informazioni importanti per valutare il proprio funzionamento e i risultati delle azioni di miglioramento che faticosamente ha cercato di intraprendere. E questo sarebbe un peccato, tanto più che nessuno in cambio ci avrebbe guadagnato niente. Anzi, sarebbe stato sprecato denaro pubblico, come ogni volta che fallisce qualcosa la cui organizzazione ha richiesto tempo e impegno da parte ell’amministrazione scolastica, degli insegnanti e del Dirigente.
Come scrivevo nell’informativa a voi inviata il 9 maggio u.s., i risultati di tali prove vengono utilizzate esclusivamente a scopi statistici, di autovalutazione del sistema scolastico e della scuola, e di messa a punto di azioni di miglioramento (si veda a questo proposito il sito http://www.invalsi.it). La rilevazione è stata affidata all’Invalsi (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione) dalla Legge 53/2000, ed è obbligatoria per tutte le scuole primarie e secondarie a determinati livelli di classe (per noi le seconde).
Non metto certo in discussione il diritto di ogni cittadino (e quindi dei nostri studenti) a manifestare pacificamente a sostegno delle proprie opinioni. Come Dirigente della scuola, anzi, sarei orgoglioso di vedere i miei studenti intervenire attivamente sui tanti seri problemi che affliggono il nostro sistema scolastico. Uno di questi problemi è proprio quello di una valutazione di sistema che non riesce ancora a dispiegarsi pienamente. Ogni organizzazione infatti, per migliorare, non può non porsi il problema di valutare quali siano i propri punti di forza e di debolezza.
In primo luogo avverto tuttavia la necessità di sottolineare come tale azione di protesta – almeno a quanto mi risulta – non sia stata preceduta all’interno della scuola da alcuna fase autonoma di studio, di analisi e di dibattito sul problema, alla quale come Dirigente avrei volentieri dato tutto lo spazio e il supporto necessario.
In secondo luogo sento il dovere di osservare che (forse proprio a causa della mancanza di un vero percorso di analisi e riflessione sul problema), alcune delle motivazioni addotte a sostegno della protesta non hanno il minimo riscontro nella realtà. In particolare, (1) non corrisponde al vero che i risultati delle prove vengano o possano essere usati per valutare i singoli studenti, né in corso d’anno né in occasione di scrutini finali o di ammissione; (2) è evidente che per lo svolgimento delle prove è necessario servirsi un elenco degli studenti, a ciascuno dei quali viene associato un codice univoco in modo da avere la certezza che la distribuzione sia avvenuta correttamente, e per poter associare i risultati delle due prove dello stesso studente fra loro e con le informazioni di contesto (classe, età, residenza…), ciò che è indispensabile ai fini delle successive elaborazioni statistiche. Ma dal momento in cui lo studente consegna i fascicoli delle prove, i dati vengono identificati solo con il codice, vengono trattati in modo rigorosamente anonimo e nello stesso modo vengono restituiti alle scuole, che fra l’altro possono accedere solo ai risultati generali e a quelli propri, complessivi e aggregati per classi ma non a quelli di altri istituti, e soprattutto mai riferiti al singolo studente! (3) E’ quindi priva di ogni fondamento l’idea che le prove Invalsi portino a una sorta di “schedatura” degli studenti, tanto più che l’operazione sarebbe assolutamente inutile in un contesto in cui ciascuna scuola di necessità già possiede i dati personali (e talvolta sensibili) degli studenti, compresi quelli della valutazione di tutte le prove sostenute nel corso di studi! (E ovviamente li tratta nel più assoluto rispetto della normativa sulla privacy!)
Può darsi che alcune di queste voci nascano dall’ipotesi di introdurre fra le prove dell’esame di Stato conclusivo del ciclo di studi secondario superiore anche una prova unica nazionale predisposta dall’Invalsi (come peraltro già avviene da qualche anno nell’esame conclusivo del primo ciclo dell’istruzione). Sull’opportunità che ciò avvenga si può e si deve naturalmente discutere, ma è evidente che si tratta di una questione completamente diversa
Detto questo, domani ciascuno si comporterà come ritiene più opportuno e assumendosi le proprie responsabilità. Sono sicuro che chi parteciperà alla manifestazione lo farà in modo civile e il giorno dopo porterà una giustificazione a firma propria (se maggiorenne) o dei genitori (se minorenne), che verrà doverosamente accettata e, successivamente, verificata. Va da sé che a nessuno potrà essere impedito di entrare a scuola, e che sarà mia cura accertarmene.
Per ora, nel sottoscritto prevale il dispiacere per un’occasione di confronto e dibattito su un argomento importante che probabilmente è andata perduta.
Restando a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento, porgo i miei più cordiali saluti.
Borgo San Lorenzo 12 maggio 2013 Bernardo prof. Draghi, Dirigente Scolastico